giovedì 27 settembre 2007

THE LOVECATS

Ieri, perso in un telegiornale carico delle solite notizie, tra cui il delitto della ragazza con le mestruazioni, le solite violenze quotidiane e la dietrologia al "vaffa" day di Grillo, mi sono soffermato sulla storia di Fufi.

Fufi è un povero gattino che, dopo un tentativo di trasloco dei suoi padroncini, ha avuto attacchi d'ansia e tachicardia, dovuti al viaggio in traghetto.
Questi seguaci di San Francesco contemporanei, hanno così avuto la splendida idea di chiamare un anestesista e un veterinario per accompagnare il loro gattino, nel suo volo in elicottero.

Costo totale dell'operazione: diecimila euro.

Diecimila euro.

DIECIMILA EURO.


No, non ci sto.

Notizie di pensionati che rubano la pasta perché non riescono ad arrivare a fine mese, hanno fame.
Anziani costretti a rovistare tra i bidoni della spazzatura per mettere qualcosa in bocca.

Senti Fufi, che viaggi in prima classe e dormi su un letto tutto tuo, non ce l'ho con te.
Non ce l'ho neanche con chi è benestante, o per le ingiustizie di questo sistema.
Neanche se penso a chi non ha da mangiare.
Non reggo questo peso.

Sono furioso per questa società ignorante che sperpera...sperpera...sperpera...

E' inutile arrabbiarsi con la nostra classe politica, quando questi sono i nostri esempi.
E' stupido "ingrillirsi" passivamente.

Inutile pensare, dire: "che ci vuoi fare..."

Se l'erudito mecenate di un tempo è scomparso, probabilmente è perché viene nutrito a sbobba tutto il giorno.

Sbobba televisiva.
Sbobba giornalistica.
Sbobba radiofonica.

Una carcere dell'informazione.

E' singolare come sia difficoltoso al giorno d'oggi, informarsi e capire i valori delle cose.
Dovrebbe essere un qualcosa di "dovuto".

Continuiamo così, ad amare i gatti.

se non ci credete

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Ascoltando:
The Cure, Staring at the sea, 1986
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lunedì 10 settembre 2007

WAITING IN VAIN

Quando aspetti molto, inconsciamente i castelli di carte crescono a dismisura.
Le attese si moltiplicano esponenzialmente.
Senza che tu te ne accorga o le nutra.

Certe volte mi sento straniato.
Come quando come quando assaggi qualcosa e pensavi fosse altro.

Da piccolo avevo sete, trovai un bicchiere d'acqua sul tavolo in cucina, un bicchiere d'acqua.
Era acquavite.
Grappa.

La sensazione è spiazzante.
Non ti domandi neanche se quella nuova sostanza è piacevole, dolce, salata, aspra o piccante.
Non riesci a giudicarla.
Semplicemente non era quello che ti aspettavi.

Quel sapore non lo vorrai mai comprendere, ormai la frittata è fatta.
Il bicchiere rimarrà lì, con tutti i suoi misteri e particolarità.
Avrà perso tutto il tuo interesse.

Le persone non esistono.

Quando le tue labbra scivoleranno sul bordo per posarlo, avrai un ritratto di quella sensazione.
Di quella spiacevole sensazione.

Quella sarà la tua fotografia.
Potrai distorcerla, modificarla, stirarla, saturarla, ma quella sarà la tua immagine.

Difficilmente ti distoglierai da essa.
Ma non sarà mai l'immagine.

Le persone semplici hanno un volto, le persone complesse ne hanno mille.
Per conoscerle ci vorrebbe tempo, dedizione, curiosità, amore.

Non riuscirai a vedere più nulla e ti renderai conto.

Di avere atteso invano.

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Ascoltando:
Bob Marley, Legend, 1984
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